Cooperative sociali: cosa sono e cosa fanno?
L’ultima ricerca Euricse sulle cooperative sociali, datata 2016, racconta una realtà tutta da scoprire e spesso sottovalutata. In Italia, infatti, ci sono oltre 12.000 cooperative sociali attive che fatturano circa 12 miliardi di euro all’anno, ovvero quasi l’1% del PIL nazionale, con una differenziazione tra cooperative sociali A e B. Le prime fatturano la maggioranza del totale, circa 9 miliardi di euro, mentre le cooperative B si fermano a poco più di 2 miliardi. Sempre secondo i dati Euricse, le cooperative sociali creano lavoro per quasi 300 mila persone.
Cosa sono le cooperative sociali
Una cooperativa sociale è un’impresa senza scopo di lucro che opera nell’ottica di soddisfare bisogni collettivi e fini sociali.
Nell’articolo 1 della legge 381/91 viene specificato che “esse hanno lo scopo di perseguire l’interesse generale della comunità alla promozione umana e all’integrazione sociale dei cittadini”.
Questi obiettivi vengono perseguiti attraverso le due diverse macro tipologie di cooperative sociali: quelle di tipo A e quelle di tipo B. Le prime gestiscono i servizi socio-sanitari ed educativi, le seconde svolgono attività finalizzate alla creazione di posti di lavoro per persone svantaggiate. Grazie a un decreto del Ministero del Lavoro del 1996, in alcuni casi, qualche cooperativa può svolgere lavori che competono all’una e all’altra tipologia. Tuttavia, tutte, per essere riconosciute come persone giuridiche e per ricevere le agevolazioni previste dalle leggi in materia, devono essere iscritte al RUNT (Registro Unico Nazionale del Terzo settore).
Questo registro è gestito dalla Regione o Provincia autonoma da cui dipende la cooperativa ed è pubblico e consultabile da chiunque tramite internet.
Di cosa si occupano le cooperative sociali
Nello specifico, le cooperative sociali si occupano di fornire beni e servizi ai soci, ma soprattutto lavoro a condizioni più vantaggiose del normale mercato. Alla base di ogni attività svolta da una cooperativa sociale ci deve essere l’obiettivo di aiutare le persone (i soci) a soddisfare le proprie necessità, tutelando sempre gli interessi dei lavoratori e dei consumatori.
In particolare, le cooperative di tipo A si occupano di servizi sociali come, per esempio, creare e gestire centri di aggregazione giovanile, centri di accoglienza, case famiglia, centri antiviolenza e progetti di reinserimento sociale. Inoltre, offrono dei servizi sanitari, come l’assistenza domiciliare agli anziani e ai disabili o la gestione dei centri di salute mentale. Infine, offrono anche servizi educativi come l’animazione di strada, servizi di sostegno a genitori e famiglie, gestione asili nido e centri educativi per minori a rischio.
Le cooperative sociali di tipo B, invece, si occupano, come già detto, di aiutare le persone svantaggiate a inserirsi nel mondo del lavoro. Con questo termine, si intendono, secondo la legge 381/91, gli invalidi fisici, psichici o sensoriali, i soggetti che sono o sono stati sotto trattamento psichiatrico, gli ex tossicodipendenti, gli alcolisti, i detenuti che svolgono attività alternative al carcere e i minori che vivono difficoltà familiari.
Tipologie di cooperative sociali
All’interno delle due macro tipologie A e B, esistono diverse forme di cooperative sociali, vediamo quali sono:
- produzione e lavoro, il cui scopo è di garantire ai propri soci un lavoro stabile e remunerato;
- consumo vengono costituite da soci consumatori e si pongono l’obiettivo di acquistare e vendere beni a prezzi vantaggiosi per gli iscritti;
- agricole trasformano e vendono prodotti agricoli biologici e possono gestire anche gli agriturismi;
- edilizia abitativa, il cui fine è costruire alloggi per i soci;
- trasporto che si occupano di trasportare persone e merci, anche per conto terzi;
- infine, le cooperative di pesca che, come dice il nome stesso, si dedicano alla pesca, offrendo servizi specializzati e assistenza qualificata.