Cyber security e hacking: la guerra del futuro?
Ogni aspetto della nostra vita è sempre più controllato da un’infrastruttura digitale. Ciò consente di avere moltissimi vantaggi ed uno snellimento della burocrazia evidente, ma nasconde anche dei problemi che, prima o poi, dovranno essere affrontati.
In ambito fiscale, sociale, burocratico e anche economico utilizziamo ormai per la quasi totalità delle piattaforme online. Poche pratiche devono essere svolte in maniera cartacea e lentamente sta scomparendo anche la firma, sostituita dalla sua versione virtuale sfruttando lo SPID, o identità digitale.
In questo modo è possibile firmare un contratto in un attimo, riducendo costi di stoccaggio di tutta la componente cartacea, il consumo di carta e inchiostro e anche i tempi necessari a siglare un qualsiasi tipo di accordo.
Di contro, però, facciamo affidamento totale su un’infrastruttura che, seppur sicura, ha ancora moltissime falle che presto o tardi verranno fuori.
L’hacking come guerra del terzo millennio
Ne abbiamo già avuto un assaggio sotto forma di attacchi informatici sparsi ad aziende e realtà più o meno grandi. Attacchi che hanno portato alla fuga di informazioni, al blocco di determinati servizi o alla richiesta di veri e propri riscatti in cambio della non diffusione di dati sensibili.
Allo stesso tempo e su scala molto ridotta, vediamo come giornalmente moltissimi account social vengano forzati ed utilizzati per sponsorizzare cripto valute o altri siti-truffa.
Questi piccoli episodi in sé non danno alcuna forma di preoccupazione, perché solitamente avvengono in quei casi in cui non si fa sufficiente attenzione alla sicurezza dei propri dati personali o dei sistemi aziendali. Il rischio inizia a farsi più tangibile ed evidente quando non abbiamo più davanti l’interesse del singolo hacker che vuole arricchirsi o infastidire qualcuno, ma ci troviamo ad avere a che fare con intere nazioni.
Nel momento in cui un paese ostile decide di investire fortemente in cyber attacchi verso istituzioni, amministrazioni o banche di uno stato straniero, la situazione cambia drasticamente. Cambia perché innanzitutto si avrà a disposizione una potenza di calcolo immensamente superiore da sfruttare per forzare i sistemi altrui, assieme al meglio dei tecnici informatici e degli hacker presenti nel paese.
Una realtà distopica che non è poi irrealistica, soprattutto osservando come i siti utilizzati in ambito statale risultino spesso fallaci e accessibili senza troppi problemi.
Una scala ridotta
Senza slanciarsi in argomenti così ampi e futuristici, ciò che vediamo comunemente riguarda, appunto, scale più piccole. Può accadere ad esempio che l’obiettivo di un cyber attacco siano piccole aziende, realtà che difficilmente investono a sufficienza in sicurezza. Attacchi di questo tipo sono finalizzati al furto di informazioni sensibili (progetti, dati personali) o alla richiesta di un riscatto per avere nuovamente accesso ai propri database. Attacchi che, solitamente, hanno successo e portano al pagamento della somma richiesta.
Investire sempre in cyber security
Ancora fatichiamo a considerare la sicurezza online come un investimento necessario da fare ad ogni costo. In molti continuano ad investire in allarmi, lucchetti e porte blindate piuttosto che in un sistema di protezione contro l’hacking. Le due premure devono invece andare di pari passo, ma con particolare attenzione nella seconda.
Piccole e grandi realtà rischiano molto più da un furto online che da un furto fisico, anche perché le assicurazioni non offrono ancora una copertura completa nella seconda casistica.
Un’azienda che da anni si occupa di cyber security collaborando con aziende di piccole, medie e grandi dimensioni è https://www.it2go.it/cyber-security/, la quale registra un incremento nelle richieste proprio a causa di questo crescente timore.
Più passerà il tempo, più la digitalizzazione avrà un ruolo centrale nelle nostre vite, diventando un punto focale della vita pubblica. Preservare la sicurezza di questi sistemi è vitale per evitare il rischio di divenire bersagli o vittime.