Uffici coworking, dove il lavoro agile incontra la socialità
Creati per offrire una soluzione alternativa allo smart working da svolgere a casa, gli spazi di lavoro in coworking hanno assunto l’importanza di un fenomeno globale.
Ormai presenti in ogni parte del mondo, costituiscono sempre più spesso la scelta di molte categorie di professionisti e di aziende, in cerca di una zona di lavoro condiviso. Un’opportunità che ha l’ulteriore valore aggiunto di favorire la creazione di una rete di collaborazioni.
Come coniugare lavoro online e contatti sociali: l’ufficio condiviso
La parola chiave dei rapporti relativi al moderno concetto di lavoro è condivisione.
Se si fa riferimento al trend in ascesa del telelavoro, questa affermazione può apparire come un controsenso ma, di fatto, non lo è.
Nel tempo in cui la sharing economy si afferma con sempre maggiore incidenza, anche gli spazi di lavoro diventano in comproprietà e succede che, sempre più di frequente, i professionisti del lavoro agile scelgano di lavorare all’interno di uffici coworking.
Una scelta che si sposta molto oltre i meri motivi economici, perché investe il campo emotivo e relazionale dei lavoratori: lo smart working da casa, infatti, è certamente comodo e conveniente ma, in pratica, azzera i rapporti sociali, causando una sorta di isolamento che molti lavoratori non riescono a tollerare per lungo tempo.
Per venire incontro a questa esigenza, in tutte le sue sfaccettature, l’offerta di coworking è ampia e articolata e si ispira alla visione di uno spazio lavorativo ‘su misura’ del professionista o dell’azienda; allo stesso modo, rappresenta un luogo in cui talenti e competenze possono incontrarsi e convergere, pur non appartenendo alla stessa organizzazione.
Tutti i numeri del coworking in Italia
Il primo ufficio ‘condiviso’ venne creato a San Francisco nel 2005 mentre, nel nostro Paese, l’idea di proporre spazi lavorativi caratterizzati dall’utilizzo in compartecipazione ha iniziato a concretizzarsi circa tre anni dopo.
Tra il 2008 e il 2010 a Milano e Roma, infatti, sono state avviate le prime proposte di spazi lavorativi condivisi: queste nuove realtà seguivano, per lo più, il modello già consolidato all’estero e si ponevano come strutture preesistenti, riadattate e dotate di servizi utili alla loro fruizione da parte di lavoratori provenienti da campi diversi.
In seguito al riscontro da parte dei professionisti interessati a questo genere di spazi, gli uffici coworking hanno assunto caratteristiche ambientali differenti: sempre più spesso, si tratta di zone che nascono già per essere frequentate da lavoratori appartenenti a svariate categorie, accomunati dall’intento di condividere un ufficio, o anche semplicemente una scrivania, non solo per un’esigenza di socialità, ma anche per scambiare esperienze e informazioni.
Già nel 2016, il coworking in Italia contava più di 300 uffici attivi, nel 2018 raggiungevano già le 550 unità e, secondo le ultime stime di IC Survey (l’Istituto italiano che si occupa di censire gli spazi di lavoro in coworking), nei primi mesi del 2021 il numero di strutture dedicate a questa attività è salito a 779.
Nel 60% dei casi, gli uffici in condivisione si trovano al Nord del nostro Paese, con una netta prevalenza nella metropoli meneghina, dove se ne contano più di 90; il rimanente 40% del coworking italiano si “spalma” tra Centro (con 50 uffici solo a Roma), Sud e Isole.
I vantaggi di frequentare gli uffici condivisi
Oltre a offrire uno spazio operativo, il coworking si propone di ‘ricostruire le comunità’ e lo fa attraverso diverse formule di condivisione degli spazi lavorativi.
Il professionista o l’azienda, così come il freelance o la startup che aderiscono a questa nuova filosofia di lavoro, trovano negli uffici coworking spazi attrezzati da frequentare insieme ad altri lavoratori, non necessariamente dello stesso settore.
Le strutture, come nel caso di Guava Milano, una delle realtà di coworking dinamico che di recente si sono affermate nel capoluogo lombardo, offrono diverse tipologie di zone accessoriate: dalla scrivania dotata di sedia ergonomica, singola o in condivisione con altri, all’ufficio interamente disponibile per il singolo professionista o per un’azienda, alla sala riunioni prenotabile per più giorni o solo per poche ore.
Il tutto con la possibilità di usufruire di una rete WiFi ad alta velocità e di abbinare un contratto di domiciliazione della sede legale presso l’ufficio in condivisione, che si occupa anche di ricevere e smaltire la corrispondenza in entrata e in uscita.
Lo spazio di lavoro condiviso: una realtà dinamica e funzionale
L’ufficio strutturato secondo la filosofia del coworking viene proposto per una serie di motivi che convergono tutti in uno scopo essenziale: evitare il disagio dell’isolamento provocato dal telelavoro.
Ma la scelta di condividere il proprio spazio lavorativo porta con sé anche altre opportunità: la possibilità di usufruire di una zona con le caratteristiche tipiche di un ufficio adeguatamente attrezzato, a costi contenuti.
La ricostruzione di una ‘comunità’, sfaldata dal ricorso allo smart working si accompagna alla rigenerazione energetica delle relazioni sociali e lavorative, dando vita a una realtà di carattere contemporaneo, che si pone come alternativa al tradizionale concetto di ‘colleganza’.
Last but not least, il coworking favorisce la creazione di una rete di collaborazioni e lo sviluppo di nuove sinergie che aumentano la produttività, incentivano gli scambi commerciali e incrementano il benessere lavorativo globale di un’azienda o le conoscenze personali di un singolo professionista.